Un amico mi disse: - "All’osservatore attento, spesso succederà di percepire l’anima di quanto visto. Con la fotografia cerca di mostrarla anche agli altri."-
Fine Arts prints da negative 6x9 cm e 4x5 '' o da fotografia digitale,
stampate su carta ai sali d'argento o su supporti di alta qualità per la stampa a getto d'inchiostro.
Dalla visualizzazione all'immagine finita.
Come l'essenza del soggetto, percepita ed interpretata dal fotografo,
arriva alla persona che vede le immagini.
Alla scoperta del soggetto
Quando parto con in testa l'immagine che vorrei portare a casa, di solito ritorno con nulla di buono sulla pellicola!
Ma quando mi sento come un ruscello che scorre attraverso un paesaggio e dietro ogni curva, albero o sasso che sia, vi potrebbe essere qualche cosa di nuovo, mai visto prima o l'espressione della stessa forza semplicemente in un'altra forma, allora sì che sto fotografando.
D'un tratto la forma si concretizza, man mano che approfondisco diventa sempre più densa, più mia, ecco il soggetto.
Scrivere con la luce
Inquadratura, messa a fuoco, misurazione della luce, quale pellicola? Quale sviluppo?
Tutti questi passaggi tecnici mi permettono di ottenere i migliori presupposti volti a concretizzare la mia visualizzazione.
Il materiale fotosensibile, che ancora utilizzo, è vivo, esso permette di registrare anche quest'aspetto del soggetto. Una parte dell'anima vi si imprime!
L'alchimia del buio
Tutto quanto sperimentato fino a quel momento è registrato come immagine latente sulla pellicola, non vi è traccia visibile che non sia nella mia mente.
Adesso divento alchimista! Metto in pratica i processi fotografici testati in precedenza e finalmente, all'accensione della luce, posso vedere il risultato. Ho un negativo, stazione intermedia sul percorso verso l'immagine.
L'immagine:
interpretazione del negativo
Saprò riprodurre quanto percepito al momento della visualizzazione?
Ora inizia il secondo momento creativo, quello che, in camera oscura o davanti allo schermo del mio ordinatore, mi fa rivivere il momento dello scatto e produce l'immagine definitiva.
D'ora in poi tutto è fissato sulla carta e quanto visto e percepito all'inizio è a disposizione di tutti.
L'ispirazione
Che sia la risonanza che ognuno di noi ha con il mondo che lo circonda?
Nella natura
Ho avuto un'infanzia e forse una vita, durante la quale ho potuto godere della massima libertà. Mi ricordo che, durante le scuole elementari, spesso capitava che mia madre dovesse cercarmi sul mezzogiorno, per il pranzo. Io, incantato da qualche parte, su qualche albero, contemplavo. Già allora la visione delle cose che mi circondavano o forse la percezione di cosa vi fosse dietro, mi stimolava in meravigliose avventure percorse con la fantasia. Ovunque trovavo piccole porte: nelle forme, nelle luci ma anche negli odori di quello che mi circondava che, se oltrepassate, mi avrebbero condotto in altri mondi.
dal paesaggio
Ho passato tutta la vita fra le montagne, impervie e maestose: la dimensione dell'Essere, quando ti ci muovi, si riduce alquanto.
Questi grandi paesaggi aiutano però anche a sviluppare la capacità di sentirsi parte di un unico grande organismo.
Lì, con la macchina fotografica mi sento piccolo, partecipe, ma soprattutto unico.
al dettaglio
E poi ti accorgi che pure nel piccolo puoi ritrovare le stesse cose. Cambia la dimensione ma i principi rimangono gli stessi.
Lì però sei vicino, puoi toccare il soggetto con mano, puoi sentirne l'odore. E d'un tratto ti si aprono mondi.
Talvolta capita anche di essere ciechi, troppo immersi in noi stessi per renderci conto di quello che ci sta accanto.
Poi però basta un nonnulla, la percezione dell'equilibrio fra le cose o il suono di un ruscello che scorre per riaprire il nostro spirito, aiutandoci forse a capire qualcosa.
Ti piacerebbe approfondire, avere un scambio o sei interessato alle immagini?
Scrivimi!
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